martedì 21 maggio 2013

Una VERA Neoplasia: l' Altruismo

Aaaaaaaaah, ahimè, ogni persona ricoprente una qualsiasi figura professionale nell'ambito sanitario (e non solo) è SOLO un egoista.... Medici, Infermieri, Oss, Psicologi e suore sono tutti egoisti ed aiutano te, ma solo in cambio della loro pace....

Ahimè, ogni amico è solo un egoista.

Vedo ovunque gesti che si aspettano un ritorno, vedo ovunque buoni cuori cullarsi con il primo sorriso ricevuto (non aspettano altro, i buoni cuori), vedo compassione, malevole misericordia ed una paura fottuta verso la inevitabile morte... Come se da salvaguardare fosse la vita e non più il Senso per cui si assiste nell'attimo presente... ora mai...

Aaaah, come vedo queste persone in cerca di sè nell'altro...
Aaaah, se solo tutta questa bontà verso il prossimo fosse sincera! (non esisterebbe la condizione della malattia!) 
Aaaah, permettetemi il rammarico, aaah, Maledetta incoscienza...

Se solo potessi prendere questa scienza, frullarla ed assaggiarne il frullato...
                               Probabilmente vi direi che sà di Gioia

Dalle mia parti si dice: "piuttosto che niente, è meglio piuttosto", beh, permettete, anche qui, un mio dissenso, se mi dovesse capitare il niente, molto meglio niente che un falso piuttosto.. Qualcuno reciterebbe : meglio mettere una toppa sulla ferita ed Io reciterei: ritoppandola domani avremo una sua riapertura... 
Non ci sto...
Ed allora voglio essere il più egoista di tutti e pensare finalmente a ME.
Voglio essere individualista, anche se non conosco fino in fondo il significato di questo termine, ma a me non serve la sua definizione. Io voglio essere individualista, voglio pensare a me stesso, perchè tutti fanno a gara ed io voglio vincere... 
Aaah, per quanto tempo ho lasciato dormire la competizione, aaah, quanto sto godendo del suo ironizzare ora...
Voglio dirvi, fratelli miei, che Io son qui per Me, ed ognuno farebbe meglio ad essere qui per Sè che per il prossimo... Lasciamo camminare i posteri da soli senza rendergli una dipendenza...
Aiutiamo nella misura in cui possiamo aiutare, e non mettiamo MAI da parte noi stessi, la nostra integrità prima di ogni altra cosa.
Come può essere positivamente risultante un' azione che parte da un qualcuno di "frammentato" ?
Preferiamo tutti avere la risposta sotto ai nostri occhi, necessitiamo della conferma, tanto dal preferire riscattare il sorriso di qualcun'altro e poter varcare la soglia della porta con la coscienza apposto.. 
Io mi sentirei una merda... Dopo qualche istante quelle stupide parole avranno perso consistenza ed il male ritornerebbe a farsi sentire...

Un mio amico diceva: o ti immergi tutto o ne stai fuori..
Beh, se volete un consiglio, statene fuori! Non ne siete in grado!

Non serve continuare a ricoprire una garza piena di sangue con altre pulite... renderemo solo il pacchetto più pesante e meno visibilmente sporco... Sotto c'è e rimarrà la vera pena... Non fate i finti ciechi!

...Aiutare gli altri, nobile causa per la quale sacrificare se stessi, ma io vi ricordo: è necessario il vostro sacrificio? Preferite mascherare le vostre azioni con qualcosa che faccia bene al vostro Ego...
o meglio trovare le soddisfazioni in altro per non guardare a Sè?
ebbene io vi scuoto, dal momento in cui avete compiuto una scelta siete in gioco!
Nulla da voi potrà più essere nascosto, sfuggito, rimandato... Tutto si deve compiere nel momento in cui giocate... 
E gli occhi dovremmo perpetuare nel tenerli aperti, poichè lasciarvi andare ad un aiuto inconsapevolmente condizionato porterà solo alla vostra e all'altrui devastazione, è una questione di ciechi che non possono guidare altri ciechi... è una questione profonda, di coscienza in ciò che si fa!
Troppo facile prendere un' orfano in braccio e donargli tutto l'amore di un padre! TROPPO a voi sconosciuto rimane il prendere un'orfano in braccio e lasciargli una condizione per la quale avrà compreso e fatta sua la sofferenza di non avere un padre! Troppo sacrificio di voi stessi richiederebbe questo amore incondizionato!
Voi stessi, già... 

E ancora qua, vi riscosso, all'attenzione! 

Mai noi stessi veniamo a meno, mai! Ogni situazione ci chiama a partecipare! 
è INUTILE che vogliate continuare a s-fuggire, a sottrarvi alla realtà!

S-fuggite a qualcosa che il vostro Io al di là di ogni cosa vive, ne vivrete poi Voi il risultato... ed a malincuore di Me anche i prossimi.

mercoledì 15 maggio 2013

L'Uscita è nel Buio

Dissolvenza

Accenni di Guarigione [ Forze Nascoste pt. 0 ]

<< " Nell' approcio tradizionale una nevrosi viene rimpiazzata da un' altra, e la misura del successo terapeutico è l'"efficienza" esterna, non la pace interiore o la gioia. Non c'è trasformazione nell'individuo [...] Uno delle maggiori pecche della psicoanalisi applicata alla psicoterapia tradizionale è il concetto della riparazione dell' Ego. [...] Purtroppo, la maggior parte degli psicoterapeuti cerca costantemente di riparare il nostro Ego danneggiato, lo vedono segnato da genitori critici e poco funzionali, da traumi infantili, dalle limitazioni fisiche e così via. Questi stanno sempre e solo placando, riparando o anche rendendo ipertrofico l'Ego, mentre, in verità, dovremmo imparare a trascenderlo [...] ma in questo caso sinceramente andremo in pezzi! " >>Brian Weiss
Provare a leggere queste righe sostituendo le parole Psicanalisi, Psicoterapeuti con Medicina, Medici, Antibiotici, Amici e che più ne ha più ne metta...

Da innumerevoli tempi (come se il tempo rendesse queste storie Vere rispetto ad altri sentito dire) in culture lontane a noi veniva considerato un vero e proprio Sistema Energetico che pervade il corpo e tutto ciò che ci circonda. Sono stati condotti veri e propri studi per cercare di descrivere questo flusso, le sue intensità e le sue relazioni tra spirito, mente e corpo sino ad arrivare ad individuare varie tecniche e metodiche di lavoro, dall'imposizione delle mani, ai massaggi o alle terapie Reiki o Shiatsu.
Ci si può fare un' idea di questa energia riferendo il pensiero a ciò che in alcune culture orientali viene chiamato Ki.
Affrontare queste metodiche non è di mio interesse, per ora, e d'altronde non vi verrei a dire niente di più di ciò che potete tranquillamente apprendere voi facendovi un paio di letture qua e là.



- Forze Nascoste -

La Volontà, enorme forza motrice insita all'interno di noi. Essa è in grado di farci modificare tutte le scelte che andiamo quotidianamente ad affrontare, è in grado di dirigerci e di manipolare la nostra manifestazione nella vita concreta.
Sempre così superficiali, tali poteri dormono all'interno di noi o semplicemente si manifestano deviati da concetti mentali (es voglio quella cosa perchè).. la volontà dovrebbe essere neutra, e di per sè giusta, tanto dal non richiedere un perchè.
Facile rendersi quindi conto, di quanto questa semplice parola sia poi in realtà il vero motore delle cose che andiamo a fare, e come l'indifferenza verso essa si possa manifestare in deficit bio-psico-fisici.
Lontani dal significato vero e puro della volontà spesso abbiamo bisogno di trovare un senso alle cose che andiamo a fare, come se tutt'un tratto l'essere umano non fosse più in grado di badare a se stesso, ma avesse bisogno di un continuo supporto nel corso del tempo.
Bene, molte patologie modificano ampiamente gli equilibri delle persone, specialmente se essi si sono ritrovate, da un momento all'altro, senza più una funzione che prima potevano esplicare naturalmente. Ecco, in risposta al trauma entrare subito in gioco questa volontà, essa è in grado fin dai primi momenti del trauma a mettere in moto tutti i meccanismi di difesa e riparazione del nostro organismo, dando una vera e propria risposta immediata alla situazione negativa appena successa. Durante il corso di patologie croniche, o terminali, ecco ancora la necessità di richiamare questo concetto al quotidiano presente, la stessa volontà può rivelarsi a volte una carta vincente, oppure semplicemente può aiutare il paziente che non vede a riaprire i suoi occhi ed a trovare di nuovo quel suo senso che tanto lo teneva in piedi.
Abbiamo davvero la necessità di reggerci in piedi con un bastone?
A volte le persone si perdono di vista.. dandosi agli altri e vivendo delle e grazie alle energie altrui.. una persona in grado di fare tutto per la sua famiglia che si trova a dover essere da un giorno all'altro lui ad avere bisogno della famiglia che per tanto tempo ha curato, certamente questo esempio denota bene come la volontà di questo ipotetico soggetto si possa abbassare in conseguenza.. forse ritrovando la giusta chiave di lettura questa debolezza potrebbe mutare nella forza e ridonare la pace alla persona.

Continuamente il tempo passa e le azioni sembrano svolgersi in continua ripetizione.
Troviamo sempre un qualcosa con cui tenerci occupati, ed infine non sappiamo neanche noi dove stiamo andando a parare..
Ma perché?
Tutto questo fa presupporre che qualcosa manca, all'essere umano manca qualcosa per il quale egli passa l'intera esistenza nell'impegnativa ricerca.
Un ciclo infinito aggiungerei, un infinito trascorrere illudendoci di non essere passivi.

Questo attaccamento al senso e alla ragione sarà la continua dannazione di ognuno di noi. Prima, citando Weiss, ho voluto far notare quanto le terapie vengano applicate con un punto di vista di ricreazione di un equilibrio, e quanto questi processi ottengano solo il ritardo del manifestarsi di un qualcosa di più grave ritardandolo, accumulandolo nel tempo.
Purtroppo l'essere umano è sociale e chi abbia deciso di affrontare una professione medica non può dimenticarsi di quanto sia importante una terapia Relazionale nei confronti del soggetto, non può oltresì ridursi ad una visione di medico e curante. Come possiamo non accettare un eventuale confronto con una persona che abbiamo davanti? Si è ancora cosi tanto convinti che una terapia farmacologica basti a fermare un processo morboso? Dov'è finita l'evoluzione?
Sembra davvero impossibile scindere un rapporto fra individui ed addirittura non individuarne un senso motore?

La condizione sembra regnare incontrastante, il discriminare ed il catalogare sembra inevitabile e la guarigione può andarsene a fanculo.. 
Un qualchesivoglia terapeuta dovrebbe mantenersi disposto ad apprendere dalla Relazione...
I suoi fini non dovrebbero contrastare una guarigione. 

La stragrande maggioranza dei medici viventi oggi su questa terra non prende minimamente coscienza di tecniche mediche alternative alla scuola (industria) occidentale (manipolatoria), ed anche se messi di fronte alla realtà si arrampicheranno su ogni pensiero pur di razionalizzare l'accaduto.
Alcuni pazienti sottoposti ad ipnosi e guidati attraverso "visualizzazioni guaritrici" hanno ristabilito "magicamente" lesioni che sarebbero dovute guarire -alla faccia del dottore- solo con mesi di trattamenti farmacologici. E non avvengono certo con un effetto immediato! Prima di tutto bisogna considerare che visualizzazioni in profondi stati di meditazione forniscono sensazione di "leggerezza" (di preoccupazioni) rispetto alla lesione (il dolore può diminuire immediatamente! questo è gia da sè l'unico senso per cui queste "tecniche" dovrebbe essere approfondite) e una più rapida e sterile rigenerazione di cellule e tessuti che non può essere spiegata se non si considerano per lo meno inconscio e "volontà". 

"La guarigione si verifica quando la mente, attraverso consapevolezza e la volontà, manda energia a quelle parti del corpo che devono ristabilirsi. " cit.

                                                          Nulla guarisce più che se stessi.

[lunghissima "casuale" cit.]
" Alla base della sofferenza psicologica, dell’ansia, della depressione, della frustrazione, della rabbia c’è sempre un conflitto di fondo: la forbice che separa le cose come sono e le cose come vorremmo che fossero. Essere separati da ciò che amiamo, essere a contatto con ciò che detestiamo, in altri termini attaccamento e repulsione sono le radici profonde del conflitto e della sofferenza. La maggior parte delle persone cerca di risolvere il conflitto cercando di piegare la realtà alle proprie aspettative, ma questo implica un grande sforzo e anche la possibilità che questo non si possa realizzare mai, dipendendo la realtà da un insieme di fattori anche al di fuori del nostro controllo. Stabilito che occorre agire per cambiare le cose, si può nel contempo ridurre lo sforzo, l’energia associati al conflitto. Il conflitto fa aumentare la temperatura mentale, aumenta la tensione nervosa, causando stress e paradossalmente proprio l’allontanamento del risultato desiderato. L’antica via ci suggerisce la strategia dello sforzo inverso. Pur facendo ciò che va fatto possiamo nel contempo abbassare la temperatura, diminuire la tensione, in definitiva ridurre l’apertura della forbice. Il metodo consiste nel “togliere la legna da sotto il pentolone che bolle” La legna che fa ardere il pentolone mentale è l’importanza che noi attribuiamo al conflitto stesso e al raggiungimento dei nostri fini. Se diminuiamo l’importanza, facciamo un passo indietro, abbassiamo le nostre aspettative, riduciamo l’energia generata dal conflitto, riduciamo la tensione, diveniamo più sereni e lucidi, e abbiamo maggiori possibilità di ottenere ciò che vogliamo. Paradossalmente più diamo importanza alle cose, più ci attacchiamo ad esse, più queste sfuggono, un po’ come accade con il vostro gatto. “Togliere la legna da sotto il pentolone che bolle” è il vero senso: meno attaccamento, meno importanza, meno aspettative, un passo indietro invece che avanti, svuotare prima per poter poi riempire. Questa è una saggezza che ha 4000 anni, ma che cozza contro la nostra mentalità occidentale razionalista e logica. Una breve riflessione su quanto detto, e soprattutto qualche esperimento pratico, può convincere chiunque della efficacia di questa strategia. Togliere legna, svuotare, fare passi indietro, abbassare l’importanza, ridurre le aspettative, cedere per poi afferrare. La via è sottile e non evidente, anche se pochi capiranno, anche se uno solo sperimenterà, ne sarà valsa la pena. "