martedì 24 dicembre 2013

Non puoi aiutare Gli Altri se non sai aiutare Te Stesso

Dello spirito di gravità [...] Chi imparerà a volare ribattezzerà la terra : "la leggera" - [...]
Pesanti sono ora per lui terra e vita: e così vuole che sia lo spiritò di gravità, ma chi vuole diventare leggero deve amare se stesso [...] ma non certo con l'amore dei malati e degli assetati: giacché in loro puzza anche l'amor proprio! Si deve imparare ad amare se stessi d'amore sano e integro: tanto da riuscire a rimanere con se stessi e non girovagare altrove. Questo girovagare altrove si battezza "amore del prossimo" : meglio che con ogni altra si è mentito e simulato fino ad oggi [...] e in verità imparare ad amarsi è la più sottile, la più astuta, la più paziente, estrema di tutte le vie [...] tutto ciò che uno possiede è per lui che lo possiede ben nascosto [...] Siamo ancora nella culla e già ci danno parole e valori pesanti "bene" e "male" - così si chiama questo viatico. Grazie ad esso ci è perdonato che viviamo... [...] sciagurati chiamo quelli che devono sempre attendere - in verità imparai anche ad attendere e fino in fondo, ma solo ad attendere me stesso. Ma sopra ogni cosa imparai a star fermo [...] chi vuole imparare a volare deve prima imparare a stare fermo [...] questa è ora la mia strada, la strada infatti - non c'è!
Cosi parlò Zarathustra.

LASCIATEVI ANDARE A QUESTO MOMENTO

PORTATE LA VOSTRA ATTENZIONE A QUESTO MOMENTO. Qualsiasi cosa stiate sentendo fisicamente o emotivamente, di qualsiasi natura essa sia, questo è il modo in cui essa è.
Questa conoscenza del modo in cui la cosa è si chiama consapevolezza; è il modo in cui noi facciamo esperienza dell’ora. Prestate attenzione a questo.
Quando siamo pienamente coscienti, attenti al qui e ora senza attaccamento, allora non stiamo cercando di risolvere i nostri problemi, non stiamo ricordando il passato o pianificando il futuro. E se stiamo facendo queste cose allora fermiamoci e riconosciamo quello che stiamo facendo.
Il non attaccamento significa che non stiamo creando niente di più nella nostra mente; siamo solo presenti. E pronti ad afferrare la vita fuori.
Questo significa riflettere sul modo in cui la cosa è.
La coscienza è ora.
Usate quello che sta avvenendo ora come sentiero, piuttosto che continuare con l’idea che voi siete qualcuno che viene dal passato e che ha bisogno di praticare per liberarsi da tutte le contaminazioni per raggiungere la felicità in futuro. Questo è solo un io creato da voi e nel quale voi credete.
La felicità è solo un appagamento intellettuale, ciò che dovete cercare è il benessere con ciò che si ha adesso.

La Consapevolezza è quindi lo strumento principale di cambiamento personale per ristabilire il funzionamento totale e integrato dell'individuo.
E' essenziale prestare una particolare attenzione alle sensazioni, alle percezioni anche corporee, per comprendere ciò che i problemi, i disagi vogliono comunicarci.
Imparare a rivolgere la tua attenzione a ciò che fai, sperimentare o sentire nel presente, nel qui e ora, diventare gradualmente consapevole dei tuoi gesti, della tua respirazione, della tua voce, delle tue espressioni facciali, dei tuoi pensieri... è fondamentale per svolgere una vera azione di aiuto al prossimo.

Se vi è una maggiore autoconsapevolezza, diventa possibile una scelta più informata, una scelta più libera dal giudizio, una scelta conscia che è anche in linea col flusso costruttivo. Una simile persona è potenzialmente più consapevole non solo degli stimoli esterni, ma delle idee e dei sogni, nonché del flusso continuo di sentimenti, emozioni e reazioni fisiologiche che essa prova internamente. Quanto maggiore è la consapevolezza, tanto più sicuramente la persona fluttuerà in armonia con il Sé .
Una simile persona è più libera di vivere soggettivamente un sentimento, così come di esserne consapevole.  La coscienza partecipa a questa più vasta tendenza creativa e formativa attingendo al suo microcosmo . Con questo termine intendo indicare tutta quella parte di Sé che altri autori definirebbero subconscio;  si metaforizza bene con il concetto di sensazione o emozione.
È un mondo vastissimo che riveste e si manifesta nell’ 80% del nostro individuo condizionandolo a livelli sia mentali che emozionali, condizionandolo sia nella manifestazione del sé che nelle capacità di apprendimento e visione della realtà oggettiva.
L'antitesi micro cosmo, ci permette di intuire quanto sia enorme, profondo e buio tutto questo e quanto portarlo alla luce servi alle persone sia per vivere serenamente che per prevenire le malattie.

Conferisco una elevatissima importanza a tutto questo poiché il concetto di Consapevolezza di Sé è per me la base per ogni esperienza di vita, senza di essa non si vivrebbe mai.

È importante tenere conto di come pensieri, emozioni, e mappe mentali siano condizionate dal tumulto interno che accompagna l’esistenza di ognuno di noi. Volgendo lo sguardo al momento qui e ora presente tutti i problemi possono considerarsi svaniti se , e solo se, siamo in grado di assistere a ciò che stiamo facendo con tutti noi stessi.
Pongo l’accento su quanto questa sfera si possa definire il vero controllore di noi stessi; è indispensabile capirla o per lo meno osservarla in noi e meditare come tutto ciò che passa sottoforma di comportamenti e di sfera comunicativa non verbale sia profondamente domata dal senso interiore del nostro Io.
Volendo davvero offrire aiuto al prossimo è necessario innalzare il livello di coscienza e renderlo al servizio consapevole come strumento e possibilità di agire concretamente sui problemi dell’assistito piuttosto che perpetuare nelle azioni condizionate o impregnate di una intenzione prettamente deviata, materiale.
Vi è da considerare che anche l'assistito dispone di una sua sfera inconscia ed è anche compito dell'assistente portare alla luce della consapevolezza potenzialità e /  o problemi latenti.
Queste considerazioni hanno rafforzato la mia idea che un alto grado di empatia in una relazione è probabilmente il fattore più potente nell’apportare trasformazioni e apprendimento.
Nella mia esperienza ho potuto constatare che un ascolto molto attento del mio paziente era un modo significativo di essere di aiuto. Trascendente.


Give light from Self to Others

“Lo stato di empatia è il percepire lo schema di riferimento interiore di un altro con accuratezza e con le componenti emozionali e di significato ad esso pertinenti, come se una sola fosse la persona- ma senza mai perdere di vista questa condizione di “come se” . Significa perciò sentire la ferita o il piacere di una altro come lui lo sente, e di percepirne le cause come lui le percepisce, ma senza mai dimenticarsi che è come se io fossi ferito o provassi piacere. Se questa qualità di come se manca allora lo stato è quello dell’identificazione nell’altro.”
Essere con un altro in questo modo significa che per il periodo in cui vi ci trovate, metterete da parte le vostre concezioni e valori personali onde entrare nel mondo di un altro, senza pregiudizi o giudicarlo.

Questa interazione empatica, che è semplice in apparenza, ha numerose conseguenze profonde. L’empatia dissolve l’alienazione, almeno per un momento il soggetto si riconosce come parte connessa alla razza umana, il beneficiario si sente apprezzato, oggetto di cure, accettato per la persone che è.  E’ impossibile intuire accuratamente il mondo percettivo di un’altra persona se voi non apprezzate quella persona e il suo mondo – senza un interesse a sfondo personale.
E’ qui che giunge al soggetto un messaggio che gli fa pensare: “quest’altro individuo si fida di me, pensa che valgo la pena. Forse ho qualcosa di valore, forse io potrei apprezzarmi. Potrei prendermi cura di me stesso”.
La più alta espressione di empatia sta nell’accettare e non giudicare. Ciò risulta particolarmente vero nel fatto che è impossibile percepire veramente l’altro se ve ne siete fatta un’idea in cui essa è già valutata.

"Agisci in modo che tu possa volere che la massima delle tue azioni divenga universale"

“Agisci in modo da trattare l'uomo così in te come negli altri sempre anche come fine, non mai solo come mezzo"

“Agisci in modo che la tua volontà possa istituire una legislazione universale"

cos'è assistere ?


Ridurre il processo di assistenza ad una visone di relazione fra due individui di ruoli (*) diversi è
altamente erroneo e distoglie dalla realtà.

(*) Il concetto di ruolo nella realtà è puramente illusorio, se pur lo crediamo vero cessa di esistere in ogni istante in cui ci viene chiesto di agire dietro ad un ruolo in quanto è l'Io come cosciente presenza a rispondere ad un bisogno.
Lo stesso concetto può essere spostato in condizioni generali in cui noi crediamo per esempio di rivestire un ruolo in una società e siamo in un qualche modo a confronto con altri. Questo modo di pensare è pericoloso poiché l'essere umano dimentica, fra le tante, di essere un Umano, dunque i processi di relazione conseguenti sono per forza deviati da una sorta di intimorimento o manipolazione inconscia data dall'incomprensione generata dalla relazione fra individui.

L'assistenza può essere vista come l'insieme dei processi che relazionano ogni entità o corpo presente nella realtà con se stesso o un altro individuo.

E' dunque di primaria importanza rivolgere lo sguardo all'interno del proprio disequilibrio per trovare
l'equilibrio nel momento in cui ci viene chiesto o scegliamo di esplicare una determinata azione di assistenza in relazione a qualcuno o a noi stessi.
è importante tenere conto di come ogni persona conservi una identità propria e definita e di come
questa stessa assistenza non possa essere generalizzata ad un gruppo di persone o di "malati" e debba
per forza di verità essere considerata singolarmente ad ogni rapporto che costantemente interferisce
con la nostra presenza qui e ora.

L'essenzialità di questo processo consiste nel fatto che viene chiesto di compiere una azione a concettuale fin di bene da un punto all'altro..

Gli individui hanno in sé stessi ampie risorse per auto-comprendersi e per modificare il loro concetto di sé, gli atteggiamenti di base e gli orientamenti comportamentali. Queste risorse possono emergere quando può essere fornito un clima definibile di atteggiamenti psicologici facilitanti.

Vi sono tre condizioni che devono essere presenti affinché si stabilisca un clima che determini la crescita.
( individuale dell’operatore e del paziente e dell’equipe )
Le condizioni si applicano, di fatto, ad ogni situazione il cui obiettivo sia la crescita di una persona, e non vedo perché esso debba differire dai normali momenti della vita.

1.      Il primo elemento potrebbe essere definito genuinità, spontaneità o autenticità, di sé. Quanto più l’operatore è sé stesso nella relazione, non erigendo alcuna barriera professionale o facciata personale, tanto più grande è la probabilità che il paziente si trasformerà e svilupperà in maniera costruttiva.

2.      Il secondo fattore nel creare un clima adatto al cambiamento è l’accettazione, il preoccuparsi o il valorizzare, “incondizionata considerazione positiva dell’individuo”. Quando l’operatore sperimenta un atteggiamento positivo, accettante verso qualunque cosa il paziente in quel momento è, un movimento terapeutico o cambiamento ha maggiori probabilità di accadere. E’ un attenzione di tipo non possessiva, ma valorizzatrice in modo non condizionale dell’uomo.

3.      Il terzo elemento facilitante di una relazione è la comprensione empatica. Questo significa che l’operatore percepisce accuratamente i sentimenti e i significati personali che l'assistito sta sperimentando e comunica questa comprensione al paziente. Questo genere di ascolto attivo, sensibile, è eccezionalmente raro nelle nostre esistenze … Pensiamo di ascoltare, ma solo raramente ascoltiamo con reale comprensione, con un’ empatia vera.  Eppure questo rappresenta una delle forze più potenti, ai fini del cambiamento, dell’accettazione e della guarigione.

In che modo?
Quando le persone sono accettate e valorizzate, esse tendono a sviluppare un atteggiamento di maggiore cura verso sé stesse. Quando le persone sono ascoltate empaticamente, diventa loro possibile prestare un ascolto più accurato al flusso delle esperienze interiori. Man mano che una persona comprende se stessa, il Sé diventa più congruente con l’esperire. La persona diventa in tal modo più autentica, genuina.
Queste tendenze, che sono il corrispettivo degli atteggiamenti dell’operatore, consentono all’individuo di essere un promotore più efficace della propria crescita. C’è una libertà più grande nell’essere una persona vera.

L'essere umano si può considerare costituito da più componenti:

·        Una è la componente fisica e coincide con il corpo umano formato da i cromosomi che contengono l'informazione genetica necessaria alla direzione della sintesi di tutte le macromolecole e i processi biochimici che permettono alla cellula di vivere e di costituire tessuti, organi, apparati e sistemi che condividono un equilibrio ed uno scopo di crescita;

·        Un' altra componente è sicuramente quella psichica, tende alla crescita ed all'acquisizione di informazioni, essa è prettamente l'attività pensiero che l'individuo impara a sviluppare anche astrattamente per la risoluzione dei problemi, di compiti e per riconoscere e relazionarsi con gli oggetti, gli altri e gli stimoli esterni;

·        Una terza componente è quella spirituale, o anima-le ( animativa ) ed è strettamente connessa al rango delle sensazioni, delle emozioni e delle volontà, dell'inconscio e della consapevolezza che l'uomo ha di sè e del mondo. Presenti fin dal principio, come il ritmo pulsante del cuore, in relazione o meno a qualcosa di esterno tende alla crescita, spingendo l'individuo a trovare il senso delle sue azioni e del suo esserci;

·        Una quarta ed ultima componente è quella sociale, che mette l'uomo in relazione ad altri esseri umani ed alla natura, implica le tre precedenti sfere e tende alla crescita essendo in sè l'espressione dell'uomo stesso.

Possiamo dire che c’è in ogni organismo, a qualsiasi livello, un flusso sotterraneo di movimenti verso una realizzazione costruttiva delle sue volontà e possibilità. E anche negli esseri umani c’è una tendenza naturale verso uno sviluppo più complesso e completo. Il termine che viene usato con più frequenza per descrivere tutto questo in psicologia è “ Tendenza Costruttiva”.
Sia che lo stimolo venga dall’esterno che dall’interno, sia che l’ambiente sia favorevole o sfavorevole, i comportamenti di un organismo possono essere compresi in termini del mantenimento, dell’arricchimento e della riproduzione di se stesso. E’ questa la natura stessa del processo che definiamo vita. Una tendenza del genere è all’opera in ogni momento. E di fatto, solo la presenza o l’assenza di questo processo ci consente di dire se un organismo è “vivo” o è “morto”.
La Tendenza Costruttiva, il divenire, può essere contrastata o pervertita, ma non può essere distrutta senza che si distrugga l’organismo stesso. Ognuno di noi ha dentro sé dei germogli, se le condizione in cui questi si possono trovare a svilupparsi non sempre sono favorevoli, e può far sembrare alle persone che le loro esistenze siano futili, eppure si può fare affidamento alla tendenza direzionata che alberga in loro. La chiave per capire il loro comportamento è che esse stanno lottando, con le uniche modalità che sentono di avere a disposizione, per muoversi verso la crescita, verso il divenire. I risultati dei tentativi, al di là del giudizio, sono i tentativi della vita di divenire se stessa.
Questa potente forza nascosta è la base che fa da sostegno all’approccio centrato sulla persona.
La Volontà, enorme forza motrice insita all'interno di noi. Essa è in grado di farci modificare tutte le scelte che andiamo quotidianamente ad affrontare, è in grado di dirigerci e di manipolare la nostra manifestazione nella vita concreta.
Sempre così superficiali, tali poteri dormono all'interno di noi o semplicemente si manifestano deviati da concetti mentali (es voglio quella cosa per sopperire a qualcosa che non ho).. la volontà dovrebbe essere neutra, e di per sè giusta, tanto dal non richiedere un perchè.

Il bisogno è una condizione, individuale o collettiva, in cui la persona avverte o accerta la necessità di un bene. Un bene è qualunque cosa! Materiale o non, a cui si attribuisce un valore. Il termine bisogno definisce una necessità piuttosto che una mancanza, esso ha dunque un senso positivo …
E' facile pensare a come un disturbo dell'umore possa interagire con la prontezza del nostro sistema immunitario.
La guarigione si verifica quando la mente, attraverso consapevolezza e la volontà, manda energia a quelle parti del corpo che devono ristabilirsi.
Il senso dell’assistenza è quella di aiutare e mettere l’individuo nelle condizioni di poter soddisfare questi bisogni da solo.

"Ogni giorno si ricomincia da zero. Oggi è il primo giorno della tua vita. Ieri non c’è già più e domani deve ancora venire. E’ oggi che vivi, anzi è adesso."

giovedì 29 agosto 2013

Racconti da una nube tempestosa

     il test è ,
ritorno - punto zero.
sublimazione dell'etere,
 consapevolezza del punto unico infero-
avvolgente l'inestimabile


Discorsi fantasma

passo il non tempo fra la gente, osservandola
 vedere gli sguardi delle persone passarti attraverso, sentirsi evanescente,
farsi due risate tanto per non restare nel vuoto,
navigo nel mio silenzio mentale mentre le persone continuano al loro gioco
incuranti,
entro ed esco dai loro discorsi come se fossi un dildo di 1cm,
 non ho nulla da lasciare a menti perse,
 mi sento solo anche in mezzo a mille persone,
a volte ricerco sguardi interessati ma trovo solo occhi dis-tolti,
 mi lascio fluire e mi diverto sul tempo,
 continuo l'elevazione,
 fra poco saluterò la razza umana,
sorvolo lo spazio-etere a livello delle coscienze - porto il mio vuoto e con esso risucchio nel caos, passo il tempo divertendomi, anche il masochismo fa parte di questo,
direste
non c'è vita, al di fuori delle nostre menti! - non la si guarda, non posso fare a meno di notarla.. come faccio a rinnegarla?
continuo il mio viaggio fra la gente,
abbasso gli occhi verso Terra, anche Lei Vuole.. [la sua parte]
al cuore non comando, lo lascio andare ed io di seguito nuotando



Verde




Primo Buio dopo il Richiamo

Osservo - non troppo distante -
Assenza della luce - sonno nell'apatia di un silenzio gustoso
Osservo -
Immersione, il rilascio è spontaneo
Fare implica - aborto. Impiccagione a Masse Aperte.
Osservo - prisma di luce , riflesso nell'acqua nera del mio occhio
Salto , frammento questo poterlo pensare
Tu vedi, futile il Verbo
Osservo . non troppo distante -
Buio - Assenza della luce... splende
Sonno colorato di una già sentita melodia
Al cuor non sfugge l'ipocrisia
Osservo - spengo il Fare
Lascio andare ,
Sale.


Nessuna Speranza

Maledizione! Sporca illusione
puzza di lercio, sfintere cadaverico
corpo appeso al legno
mental lume costruito da impegno
Astro e Terra non san del duale
L'illusione nasce nel constatare
Puttana - speranza, figlia del dito della Creazione
Soffochi l'io Voglio,
tu comandi io devo
Assurda- speranza, maledizione della settima notte oscura
Male allo spirito punta del Cuore
Umana condizione del vagare
Dimentichiamo, poveri illusi,
Speranza
Mentre il fiume scorre.


Spegni il Lume

Assorto, in questo prato di fiori
Luce solare, crea con il tuo suddividere
Che Armonia,
Risonanza con tutto il creato
-nel citoplasma etere -
Malata ahìme questa Natura.

ma cos'è questa finta voglia di te
ridi, fantasma scrostato
ti viene chiesto di salire sul palcoscenico cosicchè tu possa avere le attenzioni
a tue spese
a tua illusione!
chi si esibisce dietro a quel fantoccio, creatura di fango creata dal mare della noia?
cosa vuole questa aliena entità, parassita vampiro della vita
Dio l'avete sollevato , il pensiero può creare
mai tale demenza si è vista sulla faccia della Terra,
alienate le cortecce cerebrali
alienati gli occhi
gli sguardi e l' adenosina

Blu

Caverna

risuona l'equilibrio
frequenza
specchio, osservazione, centro







Nulla può fermare una Volontà
ci si butta nel fango della sofferenza pur di viverla
si distrugge ogni cosa pur di avere un respiro e se si trova il Senso per quel respiro diventa una continua evoluzione verso il Senso...
Io desidero patire ogni dolore perchè sono masochista pur di vivere l' AMORE VERO delle cose della vita di ogni singolo istante
quel dolore è la forza
di ogni cosa
l'amore è dolore e gioia nel dolore
è piacere nel vivere i sensi e l'anima
è il peso del corpo e della sua continua esistenza nello spazio tempo e la sua fuga dallo spazio tempo per rinconciliarsi con l'energia eterna.


Un buffo aneddoto.
C'erano uomini, essere umani in ogni dove. Continuavano ad urlare e sbraitare il loro essere al nulla, "banane!", "ottimi prezzi", "tecnologia fresca" (congelata) , "l'amore e la libertà" , "giustizia prima di tutto!", "sgualdrine!!! e non dimenticatevi di Gesù Cristo!"... sembravano contenti. Urlavano e si agitavano talmente forte, a tempo di una musica a loro ben nota, cosìcchè qualcuno o qualcosa avrebbe dovuto porci l'orecchio prima o poi.. Fu così che, quasi per caso, passò il vento (egli dava aria a tante cose), e colse le loro parole, che alla fine eran state dette solo per quel motivo, e le rivolse al resto delle cose che esistono e a cui noi non facciamo caso. Elaborarono subito una risposta, degna di uno dei cervelli più sapiens sapiens dei computer oggi in dotazione, ci disse: " PIU' DOLORE PER TUTTI". Qualcuno sorrise, a lui andava bene così, qualcun'altro continuò distratto... a testa bassa. Qualcun'altro, invece, inizio a comprendere ciò che c'è per ciò che è.. e a alla facciazza di tutti, lo accettò...

martedì 25 giugno 2013

Notes

La scienza medica cerca di salvaguardare il corpo dalla morte, ma la morte è inevitabile e prepararsi ad essa reinventa il senso della medicina: vivere l'attimo morendo.
La riabilitazione stessa è cura sul momento del sintomo, non della malattia, è valorizzare l'attimo, incentrare energie sul guadagnarsi la vita nella sofferenza della malattia,
valorizzare l'individuo e le capacità residue per permettergli di vivere e con-vivere con la disabilità, non la battaglia ma l'accettazione e la convivenza!

quanto cazzo siete attaccati alla vita? pure i respiratori automatici...

in un attimo, in un gesto, può coesistere il senso di ogni cosa
al di là della patologia, regna l'individuo, al di là dell'individuo regna il sè

martedì 21 maggio 2013

Una VERA Neoplasia: l' Altruismo

Aaaaaaaaah, ahimè, ogni persona ricoprente una qualsiasi figura professionale nell'ambito sanitario (e non solo) è SOLO un egoista.... Medici, Infermieri, Oss, Psicologi e suore sono tutti egoisti ed aiutano te, ma solo in cambio della loro pace....

Ahimè, ogni amico è solo un egoista.

Vedo ovunque gesti che si aspettano un ritorno, vedo ovunque buoni cuori cullarsi con il primo sorriso ricevuto (non aspettano altro, i buoni cuori), vedo compassione, malevole misericordia ed una paura fottuta verso la inevitabile morte... Come se da salvaguardare fosse la vita e non più il Senso per cui si assiste nell'attimo presente... ora mai...

Aaaah, come vedo queste persone in cerca di sè nell'altro...
Aaaah, se solo tutta questa bontà verso il prossimo fosse sincera! (non esisterebbe la condizione della malattia!) 
Aaaah, permettetemi il rammarico, aaah, Maledetta incoscienza...

Se solo potessi prendere questa scienza, frullarla ed assaggiarne il frullato...
                               Probabilmente vi direi che sà di Gioia

Dalle mia parti si dice: "piuttosto che niente, è meglio piuttosto", beh, permettete, anche qui, un mio dissenso, se mi dovesse capitare il niente, molto meglio niente che un falso piuttosto.. Qualcuno reciterebbe : meglio mettere una toppa sulla ferita ed Io reciterei: ritoppandola domani avremo una sua riapertura... 
Non ci sto...
Ed allora voglio essere il più egoista di tutti e pensare finalmente a ME.
Voglio essere individualista, anche se non conosco fino in fondo il significato di questo termine, ma a me non serve la sua definizione. Io voglio essere individualista, voglio pensare a me stesso, perchè tutti fanno a gara ed io voglio vincere... 
Aaah, per quanto tempo ho lasciato dormire la competizione, aaah, quanto sto godendo del suo ironizzare ora...
Voglio dirvi, fratelli miei, che Io son qui per Me, ed ognuno farebbe meglio ad essere qui per Sè che per il prossimo... Lasciamo camminare i posteri da soli senza rendergli una dipendenza...
Aiutiamo nella misura in cui possiamo aiutare, e non mettiamo MAI da parte noi stessi, la nostra integrità prima di ogni altra cosa.
Come può essere positivamente risultante un' azione che parte da un qualcuno di "frammentato" ?
Preferiamo tutti avere la risposta sotto ai nostri occhi, necessitiamo della conferma, tanto dal preferire riscattare il sorriso di qualcun'altro e poter varcare la soglia della porta con la coscienza apposto.. 
Io mi sentirei una merda... Dopo qualche istante quelle stupide parole avranno perso consistenza ed il male ritornerebbe a farsi sentire...

Un mio amico diceva: o ti immergi tutto o ne stai fuori..
Beh, se volete un consiglio, statene fuori! Non ne siete in grado!

Non serve continuare a ricoprire una garza piena di sangue con altre pulite... renderemo solo il pacchetto più pesante e meno visibilmente sporco... Sotto c'è e rimarrà la vera pena... Non fate i finti ciechi!

...Aiutare gli altri, nobile causa per la quale sacrificare se stessi, ma io vi ricordo: è necessario il vostro sacrificio? Preferite mascherare le vostre azioni con qualcosa che faccia bene al vostro Ego...
o meglio trovare le soddisfazioni in altro per non guardare a Sè?
ebbene io vi scuoto, dal momento in cui avete compiuto una scelta siete in gioco!
Nulla da voi potrà più essere nascosto, sfuggito, rimandato... Tutto si deve compiere nel momento in cui giocate... 
E gli occhi dovremmo perpetuare nel tenerli aperti, poichè lasciarvi andare ad un aiuto inconsapevolmente condizionato porterà solo alla vostra e all'altrui devastazione, è una questione di ciechi che non possono guidare altri ciechi... è una questione profonda, di coscienza in ciò che si fa!
Troppo facile prendere un' orfano in braccio e donargli tutto l'amore di un padre! TROPPO a voi sconosciuto rimane il prendere un'orfano in braccio e lasciargli una condizione per la quale avrà compreso e fatta sua la sofferenza di non avere un padre! Troppo sacrificio di voi stessi richiederebbe questo amore incondizionato!
Voi stessi, già... 

E ancora qua, vi riscosso, all'attenzione! 

Mai noi stessi veniamo a meno, mai! Ogni situazione ci chiama a partecipare! 
è INUTILE che vogliate continuare a s-fuggire, a sottrarvi alla realtà!

S-fuggite a qualcosa che il vostro Io al di là di ogni cosa vive, ne vivrete poi Voi il risultato... ed a malincuore di Me anche i prossimi.

mercoledì 15 maggio 2013

L'Uscita è nel Buio

Dissolvenza

Accenni di Guarigione [ Forze Nascoste pt. 0 ]

<< " Nell' approcio tradizionale una nevrosi viene rimpiazzata da un' altra, e la misura del successo terapeutico è l'"efficienza" esterna, non la pace interiore o la gioia. Non c'è trasformazione nell'individuo [...] Uno delle maggiori pecche della psicoanalisi applicata alla psicoterapia tradizionale è il concetto della riparazione dell' Ego. [...] Purtroppo, la maggior parte degli psicoterapeuti cerca costantemente di riparare il nostro Ego danneggiato, lo vedono segnato da genitori critici e poco funzionali, da traumi infantili, dalle limitazioni fisiche e così via. Questi stanno sempre e solo placando, riparando o anche rendendo ipertrofico l'Ego, mentre, in verità, dovremmo imparare a trascenderlo [...] ma in questo caso sinceramente andremo in pezzi! " >>Brian Weiss
Provare a leggere queste righe sostituendo le parole Psicanalisi, Psicoterapeuti con Medicina, Medici, Antibiotici, Amici e che più ne ha più ne metta...

Da innumerevoli tempi (come se il tempo rendesse queste storie Vere rispetto ad altri sentito dire) in culture lontane a noi veniva considerato un vero e proprio Sistema Energetico che pervade il corpo e tutto ciò che ci circonda. Sono stati condotti veri e propri studi per cercare di descrivere questo flusso, le sue intensità e le sue relazioni tra spirito, mente e corpo sino ad arrivare ad individuare varie tecniche e metodiche di lavoro, dall'imposizione delle mani, ai massaggi o alle terapie Reiki o Shiatsu.
Ci si può fare un' idea di questa energia riferendo il pensiero a ciò che in alcune culture orientali viene chiamato Ki.
Affrontare queste metodiche non è di mio interesse, per ora, e d'altronde non vi verrei a dire niente di più di ciò che potete tranquillamente apprendere voi facendovi un paio di letture qua e là.



- Forze Nascoste -

La Volontà, enorme forza motrice insita all'interno di noi. Essa è in grado di farci modificare tutte le scelte che andiamo quotidianamente ad affrontare, è in grado di dirigerci e di manipolare la nostra manifestazione nella vita concreta.
Sempre così superficiali, tali poteri dormono all'interno di noi o semplicemente si manifestano deviati da concetti mentali (es voglio quella cosa perchè).. la volontà dovrebbe essere neutra, e di per sè giusta, tanto dal non richiedere un perchè.
Facile rendersi quindi conto, di quanto questa semplice parola sia poi in realtà il vero motore delle cose che andiamo a fare, e come l'indifferenza verso essa si possa manifestare in deficit bio-psico-fisici.
Lontani dal significato vero e puro della volontà spesso abbiamo bisogno di trovare un senso alle cose che andiamo a fare, come se tutt'un tratto l'essere umano non fosse più in grado di badare a se stesso, ma avesse bisogno di un continuo supporto nel corso del tempo.
Bene, molte patologie modificano ampiamente gli equilibri delle persone, specialmente se essi si sono ritrovate, da un momento all'altro, senza più una funzione che prima potevano esplicare naturalmente. Ecco, in risposta al trauma entrare subito in gioco questa volontà, essa è in grado fin dai primi momenti del trauma a mettere in moto tutti i meccanismi di difesa e riparazione del nostro organismo, dando una vera e propria risposta immediata alla situazione negativa appena successa. Durante il corso di patologie croniche, o terminali, ecco ancora la necessità di richiamare questo concetto al quotidiano presente, la stessa volontà può rivelarsi a volte una carta vincente, oppure semplicemente può aiutare il paziente che non vede a riaprire i suoi occhi ed a trovare di nuovo quel suo senso che tanto lo teneva in piedi.
Abbiamo davvero la necessità di reggerci in piedi con un bastone?
A volte le persone si perdono di vista.. dandosi agli altri e vivendo delle e grazie alle energie altrui.. una persona in grado di fare tutto per la sua famiglia che si trova a dover essere da un giorno all'altro lui ad avere bisogno della famiglia che per tanto tempo ha curato, certamente questo esempio denota bene come la volontà di questo ipotetico soggetto si possa abbassare in conseguenza.. forse ritrovando la giusta chiave di lettura questa debolezza potrebbe mutare nella forza e ridonare la pace alla persona.

Continuamente il tempo passa e le azioni sembrano svolgersi in continua ripetizione.
Troviamo sempre un qualcosa con cui tenerci occupati, ed infine non sappiamo neanche noi dove stiamo andando a parare..
Ma perché?
Tutto questo fa presupporre che qualcosa manca, all'essere umano manca qualcosa per il quale egli passa l'intera esistenza nell'impegnativa ricerca.
Un ciclo infinito aggiungerei, un infinito trascorrere illudendoci di non essere passivi.

Questo attaccamento al senso e alla ragione sarà la continua dannazione di ognuno di noi. Prima, citando Weiss, ho voluto far notare quanto le terapie vengano applicate con un punto di vista di ricreazione di un equilibrio, e quanto questi processi ottengano solo il ritardo del manifestarsi di un qualcosa di più grave ritardandolo, accumulandolo nel tempo.
Purtroppo l'essere umano è sociale e chi abbia deciso di affrontare una professione medica non può dimenticarsi di quanto sia importante una terapia Relazionale nei confronti del soggetto, non può oltresì ridursi ad una visione di medico e curante. Come possiamo non accettare un eventuale confronto con una persona che abbiamo davanti? Si è ancora cosi tanto convinti che una terapia farmacologica basti a fermare un processo morboso? Dov'è finita l'evoluzione?
Sembra davvero impossibile scindere un rapporto fra individui ed addirittura non individuarne un senso motore?

La condizione sembra regnare incontrastante, il discriminare ed il catalogare sembra inevitabile e la guarigione può andarsene a fanculo.. 
Un qualchesivoglia terapeuta dovrebbe mantenersi disposto ad apprendere dalla Relazione...
I suoi fini non dovrebbero contrastare una guarigione. 

La stragrande maggioranza dei medici viventi oggi su questa terra non prende minimamente coscienza di tecniche mediche alternative alla scuola (industria) occidentale (manipolatoria), ed anche se messi di fronte alla realtà si arrampicheranno su ogni pensiero pur di razionalizzare l'accaduto.
Alcuni pazienti sottoposti ad ipnosi e guidati attraverso "visualizzazioni guaritrici" hanno ristabilito "magicamente" lesioni che sarebbero dovute guarire -alla faccia del dottore- solo con mesi di trattamenti farmacologici. E non avvengono certo con un effetto immediato! Prima di tutto bisogna considerare che visualizzazioni in profondi stati di meditazione forniscono sensazione di "leggerezza" (di preoccupazioni) rispetto alla lesione (il dolore può diminuire immediatamente! questo è gia da sè l'unico senso per cui queste "tecniche" dovrebbe essere approfondite) e una più rapida e sterile rigenerazione di cellule e tessuti che non può essere spiegata se non si considerano per lo meno inconscio e "volontà". 

"La guarigione si verifica quando la mente, attraverso consapevolezza e la volontà, manda energia a quelle parti del corpo che devono ristabilirsi. " cit.

                                                          Nulla guarisce più che se stessi.

[lunghissima "casuale" cit.]
" Alla base della sofferenza psicologica, dell’ansia, della depressione, della frustrazione, della rabbia c’è sempre un conflitto di fondo: la forbice che separa le cose come sono e le cose come vorremmo che fossero. Essere separati da ciò che amiamo, essere a contatto con ciò che detestiamo, in altri termini attaccamento e repulsione sono le radici profonde del conflitto e della sofferenza. La maggior parte delle persone cerca di risolvere il conflitto cercando di piegare la realtà alle proprie aspettative, ma questo implica un grande sforzo e anche la possibilità che questo non si possa realizzare mai, dipendendo la realtà da un insieme di fattori anche al di fuori del nostro controllo. Stabilito che occorre agire per cambiare le cose, si può nel contempo ridurre lo sforzo, l’energia associati al conflitto. Il conflitto fa aumentare la temperatura mentale, aumenta la tensione nervosa, causando stress e paradossalmente proprio l’allontanamento del risultato desiderato. L’antica via ci suggerisce la strategia dello sforzo inverso. Pur facendo ciò che va fatto possiamo nel contempo abbassare la temperatura, diminuire la tensione, in definitiva ridurre l’apertura della forbice. Il metodo consiste nel “togliere la legna da sotto il pentolone che bolle” La legna che fa ardere il pentolone mentale è l’importanza che noi attribuiamo al conflitto stesso e al raggiungimento dei nostri fini. Se diminuiamo l’importanza, facciamo un passo indietro, abbassiamo le nostre aspettative, riduciamo l’energia generata dal conflitto, riduciamo la tensione, diveniamo più sereni e lucidi, e abbiamo maggiori possibilità di ottenere ciò che vogliamo. Paradossalmente più diamo importanza alle cose, più ci attacchiamo ad esse, più queste sfuggono, un po’ come accade con il vostro gatto. “Togliere la legna da sotto il pentolone che bolle” è il vero senso: meno attaccamento, meno importanza, meno aspettative, un passo indietro invece che avanti, svuotare prima per poter poi riempire. Questa è una saggezza che ha 4000 anni, ma che cozza contro la nostra mentalità occidentale razionalista e logica. Una breve riflessione su quanto detto, e soprattutto qualche esperimento pratico, può convincere chiunque della efficacia di questa strategia. Togliere legna, svuotare, fare passi indietro, abbassare l’importanza, ridurre le aspettative, cedere per poi afferrare. La via è sottile e non evidente, anche se pochi capiranno, anche se uno solo sperimenterà, ne sarà valsa la pena. "

giovedì 28 marzo 2013

" Il non equilibrato "

Il malato come chiunque oggi è una vera e propria azienda. Credo sia inquantificabile l'ammontare degli interessi a terzi che vi si muovono dietro ad una persona considerata malata dal sistema sanitario.
Vi è da considerare tutto l'aspetto farmacologico che accompagna uno stato di malattia, ma vi è da considerare altrettanto quanto questa terapia farmacologica sia estranea a noi, crei dei danni al nostro organismo e sia oggi venduta e consigliata a chiunque rendendocene di fatto dipendenti e schiavi.
Per farmaco intendo la chimica, e con chimica intendo nessun prodotto che può essere considerato naturale per l'uomo e la sua appunto natura.
Molti di voi staranno pensando a quanto un farmaco possa a volte salvare la vita o addirittura guarirne o gestirne la cronicità di alcune. Sono d'accordo, il problema in questione secondo me, è radicato profondamente all'inizio del processo di disequilibrio, che poi diventi cronico ed abbia bisogno di medicine per la sua stabilità è altro discorso, e discorso a parte riserverò per quelle malattie dette genetiche o che vi sono dalla nascita.. siamo in quest'epoca dopotutto e ci han sempre curato in questo modo, ma son convinto che conoscere la biochimica sia un grosso punto a nostro favore in quanto umanità.

Microbiologicamente una malattia è presente quando nel corpo sono presenti organismi estranei ad esso come i batteri ed i virus. Altrettanto vero è che nel nostro corpo sono comunque presenti batteri che ci sostengono, come noi sosteniamo loro. Un vero e proprio patto.
Sempre microbiologicamente parlando quando si innesca un processo di malattia il batterio o virus inizia a sfruttare il nostro organismo per riprodursi velocemente ed infestare cosi il nostro corpo. In effetti noi siamo preoccupati e dunque non cerchiamo il patto.
Ora, è anche da considerare che noi possediamo un sistema immunitario non del tutto indifferente, capace di rispondere, di apprendere, evolversi e pulire quotidianamente il nostro corpo;  dunque al riconoscimento dell'organismo estraneo, il nostro corpo sta già avendo una sua naturale e biochimicamente spiegata reazione. Una volta alcuni malanni, come quelli prettamente stagionali, venivano curati sottoponendo il corpo a bevande calde o a respirazione di vapore acqueo+ bicarbonato (e quindi ad umidità) in esempio di raffreddore. Veniva dunque curato e privilegiato l'aspetto prettamente sintomatico e si agiva lì, umidificando e scaldando le vie respiratorie per l'appunto esempio precedente;
Da una condizione di disequilibrio nasce una complessità vastissima nella gestione poi della malattia, che nei soggetti fragili (età fragile, maggior condizione a sviluppare malattia) ed ai giorni d'oggi diviene ancora più complessa ed articolata a funzioni terze indipendenti dall'individuo come la sua relazione con la società e con lo specchio che cerca costantemente in essa. Applicando dunque il principio dell'aspetto sintomatico saltano all'occhio problematiche prioritarie all'aspetto medico.

Provo a considerare quanto poi in realtà questo processo morboso sia innescato da una condizione di non equilibrio delle forze che generano il corpo e la sua naturale espressione in quanto Vita e di come possa esso essere trattato sulle condizioni che non permettono l'equilibrio e la naturale manifestazione presente.

Voglio fare un appunto, chi è il malato? Noi siamo malati?
... Qualsiasi persona non è libera in questa realtà per tanto è malata nella sua manifestazione ...

Questo credo.

Ed è semplice affermarlo in quanto siamo noi stessi a dire di non essere mai come vorremmo.

Dunque è facile pensare a come un disturbo dell'umore possa interagire con la prontezza del nostro sistema immunitario. E' un accumulo inconsapevole di falsità e insoddisfazioni, inespressioni dell'Io che distoglie la nostra identità dal suo equilibrio naturale.. è un susseguirsi di condizioni che non sappiamo riconoscere ed accettare ma che viviamo per forza di eventi che ci catapulta nell'eterna malattia.